la nostra filosofia

Una visione Biodinamica

Il termine biodinamica (Bíos + Dynamis) rimanda a due significati: la potenza della vita e la possibilità della vita. Aderire alla filosofia biodinamica per Sincette rappresenta proprio questo: ascoltare la natura rispettando le sue leggi e coltivare la terra senza arrecare danno.

La Svolta

L’avvicinamento di Sincette al metodo biodinamico risale al 1997, grazie alla consulenza di Jacques Mell, fondatore Bio-Dynamie Conseil e segretario Demeter Francia. L’azienda inizia così a sperimentare un modo di coltivare senza concimi chimici e prodotti fitosanitari di sintesi, basato sulla conoscenza globale del pianeta e del suo rapporto col cosmo, così da favorire una cosciente utilizzazione delle forze naturali.

ISPIRAZIONE

Jacques Mell

Grazie al percorso intrapreso con Jacques Mell, concluso nel 2012 per ragioni d’età, Ruggero Brunori e Andrea Salvetti diventano vignaioli e ambasciatori della filosofia biodinamica. Il patrimonio culturale e professionale di Mell porta Sincette, nel 2011, ad essere la prima azienda vitivinicola lombarda a ottenere la certificazione Demeter.

la biodinamica

Principi fondamentali

Per Sincette l’adesione al metodo biodinamico in agricoltura si realizza seguendo alcuni principi fondamentali.

Rendere vivo il suolo

per far crescere le piante nel modo più naturale possibile, grazie al nutrimento fornito dalla terra.

Utilizzare preparati

da spruzzo e da inoculo opportunamente dinamizzati per migliorare la crescita delle piante. 

Sovescio nei vigneti

per aumentare la biodiversità e quindi la resistenza delle piante e fornire loro nutrimento in modo naturale.

Si vuole infatti creare un bilanciamento tra la forza terra e quella cosmo per assicurare l’equilibrio all’interno delle piante.

Il lavoro in vigna è quindi centrale nel percorso biodinamico, che vede nella cantina solo un accompagnamento alla trasformazione dell’uva in vino.

In cantina si svolgono le fermentazioni alcoliche e malolattiche spontanee, con l’utilizzo di anfore, tini tronco-conici, barrique, botti e in minima parte di vasche di cemento.

Si vuole infatti creare un bilanciamento tra la forza terra e quella cosmo per assicurare l’equilibrio all’interno delle piante.

Il lavoro in vigna è quindi centrale nel percorso biodinamico, che vede nella cantina solo un accompagnamento alla trasformazione dell’uva in vino.

In cantina si svolgono le fermentazioni alcoliche e malolattiche spontanee, con l’utilizzo di anfore, tini tronco-conici, barrique, botti e in minima parte di vasche di cemento.